L’opera nasce da una riflessione dell’artista sul profondo e attento ascolto di Antonio Gramsci con gli operai delle fabbriche.  Un rapporto concreto, presente, fatto di domande e indagini. Il guanto, oggetto simbolico del lavoro operaio, è stato immerso in un blocco di gesso e riportato alla luce attraverso un’azione di svelamento graduale e un’analisi delle parti ricavate, offrendo come risultato una forma volutamente irregolare che lascia intravedere l’oggetto ma non lo mostra del tutto. L’azione diviene metafora del dialogo di Gramsci con la classe operaia, del lavoro analitico quale fase fondamentale nel superamento degli ostacoli. Anche di queste tracce e degli attrezzi utilizzati si compone l’opera, presenza tangibile dell’azione in parte compiuta ma ancora in divenire.

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