L’opera trae ispirazione da un breve racconto di Antonio Gramsci “L’elefante motorizzato” (A. Gramsci, 6 ottobre 1924), facente parte della raccolta di fiabe “L’albero del riccio” destinata ai suoi figli e riportate nelle lettere scritte tra il 1923 e il 1935. Le storie avventurose narrano di briganti e di animali e molte traggono spunto da fatti realmente accaduti. I colori brillanti scelti dall’artista restituiscono un’immagine di Gramsci paterna e, nelle vesti dell’elefante motorizzato, quale protagonista del racconto.

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