L’opera ricrea il percorso fisico e intellettuale di Antonio Gramsci nel periodo della doppia prigionia, visto dall’artista come un cosmo composto da diversi elementi. Le forme guidano l’occhio dello spettatore attraverso  una cartografia simbolica: l’impronta rappresenta la terra ferma, punto di partenza fisico e intellettuale; le linee richiamano paralleli e meridiani del peregrinare di Gramsci; la sfumatura più intensa si riferisce al rapporto tra la terra,  gli astri e la mente di Gramsci che, durante la prigionia, poteva essere libera, profonda e infinita solo dentro se stessa. Nella parte più chiara la sfumatura indica il passaggio fra la prigionia e il libero e infinito pensiero poetico e politico, filtrato per poter essere trascritto nei “Quaderni”.

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