L’opera si configura come un ritratto ‘faceworld’ di Antonio Gramsci. L’artista, lavorando sulla stratificazione delle immagini, inserisce riferimenti a vicende descritte  nelle Lettere. C’è un’isola che può identificarsi con la terra-madre, la Sardegna o con Ustica, a essa fanno riferimento altri elementi della composizione che sottolineano l’ingegno e l’umorismo di Gramsci nell’affrontare le difficoltà del confino e del carcere, un messaggio quanto mai attuale. Il monito gramsciano, ripreso nel titolo dell’opera, vuole smuovere lo spettatore dall’apatia suggerendo una re-azione alle difficoltà.

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