L’8 novembre 1926 Antonio Gramsci viene arrestato dalla polizia fascista nella casa romana di via Giovan Battista Morgagni (vicino Porta Pia) dove aveva una camera in affitto.
Il lavoro cerca di restituire la dimensione privata dell’individuo dove si percorrono i sentieri interni della mente, teatro di ombre e figure evanescenti. Nella sospensione del divenire le linee dello spazio si fondono con il fluire degli eventi, in uno stato di introspezione dove il tempo si perde in un labirinto di trasformazioni e lo spazio si concentra in una stanza, le cui pareti segnano un labile confine che separa la realtà dal vortice dell’immaginario.

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